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Le curiosità sull’ accessibilità parte 2: Focus sulle disabilità e le tecnologie assistive sia nel mondo digitale che in quello fisico.

L'immagine mostra un infografica raffigurante delle iconografie che descrivono disabilità e tecnologie assistive

Nel primo capitolo della serie dedicata alle curiosità sull’accessibilità abbiamo visto alcuni aspetti generali e poco conosciuti di questo mondo.

Qui il link al primo articolo per chi non avesse avuto ancora modo di leggerlo:
Storia e curiosità sull’accessibilità

In questo secondo appuntamento entriamo più nel dettaglio, parlando dei diversi tipi di disabilità e delle tecnologie assistive che le persone utilizzano ogni giorno per interagire con il digitale.

Perché è importante? Perché spesso si tende a pensare solo a “cecità e screen reader o sordità e protesi acustiche”, ma l’accessibilità è molto più ampia e riguarda milioni di persone con esigenze diverse.

Disabilità visive

Quando si parla di accessibilità digitale, la prima associazione è quasi sempre quella con la cecità, ma in realtà la maggior parte delle persone con disabilità visiva non è cieca totale, ma ha residui visivi che permettono comunque una fruizione parziale dello schermo.

Quelli più conosciuti ed utilizzati sono ad esempio:

  • Ingranditori di schermo per ingrandire testi e icone.
  • Modalità ad alto contrasto o temi scuri/chiari per ridurre l’affaticamento visivo.
  • Personalizzazione del testo (text-resize) aumentando dimensioni, interlinea e/o spaziatura del font.

Le tecnologie assistive più note sono gli screen reader, per citarne qualcuno: JAWS, NVDA e VoiceOver, che traducono il contenuto digitale in voce sintetizzata o in un display braille.

Queste tecnologie sono disponibili sia sui PC che sui moderni smartphone e accompagnano le persone nella vita e nelle esigenze quotidiane.

Molti utenti li usano a velocità altissime, anche 600–700 parole al minuto: per chi non è abituato sembra incomprensibile, ma per loro è il modo più veloce per “leggere”.

Oltre che nel mondo digitale, anche in quello fisico esistono tanti accorgimenti che rendono l’ambiente più accessibile, ad esempio:

  • Semafori sonori che indicano con un segnale acustico quando attraversare.
  • Percorsi tattili sul pavimento per orientarsi con il bastone bianco.
  • Ascensori e scale mobili vocalizzati che annunciano il piano raggiunto.

Disabilità uditive

Qui la curiosità principale è che non tutte le persone sorde conoscono o usano la lingua dei segni (LIS).

Molti invece preferiscono supporti scritti come sottotitoli e trascrizioni: questi ausili migliorano la vita non solo a chi ha disabilità uditive, ma a noi tutti nella quotidianità.

Per citare alcuni strumenti:

  • Sottotitoli sincronizzati nei video, non solo automatici ma di qualità (utili anche per chi è in un mezzo pubblico senza cuffie).
  • Trascrizioni testuali per podcast, registrazioni o meeting online (spesso apprezzate anche da chi non ha disabilità).
  • App di trascrizione in tempo reale, ormai integrate nelle piattaforme di videoconferenza.
  • Compatibilità con hearing aids e impianti cocleari, che sempre più spesso si collegano via Bluetooth a smartphone o PC (come ci raccontava Mauro nella sua intervista: Le barriere invisibili – intervista).

Google e Apple hanno investito molto in funzionalità integrate, come la rilevazione dei suoni ambientali (campanelli, pianti, allarmi) che trasformano l’audio in una notifica visiva o una vibrazione.

Nel mondo offline invece gli ausili più comuni sono:

  • Allarmi e sirene con luci lampeggianti, per chi non sente il suono.
  • Campanelli e citofoni luminosi che si attivano con flash o vibrazioni.
  • Sveglie con cuscinetti vibranti da mettere sotto il cuscino.
  • Semafori con segnali visivi ben evidenti.

Disabilità motorie

Per chi ha difficoltà motorie, il problema principale è l’uso del mouse o di gesture complesse sullo smartphone.

Molti utenti possono interagire solo tramite tastiera o comandi vocali.

Le soluzioni spaziano da:

  • Comandi vocali (Windows, MacOS, Android, Apple).
  • Switch, dispositivi che permettono di navigare un’interfaccia premendo un solo pulsante.
  • Puntatori oculari o sistemi che seguono i movimenti della testa.

Curiosità: alcuni di questi sistemi non nascono per l’accessibilità, ma per il gaming. Il riconoscimento dei movimenti del capo o degli occhi è stato poi adattato con grande successo al mondo assistivo.

Nel quotidiano troviamo tanti ausili non digitali che facilitano la vita, come ad esempio:

  • Rampe e ascensori per superare barriere architettoniche.
  • Scivoli nei marciapiedi, utili anche per passeggini oltre che per carrozzine.
  • Porte automatiche e pulsanti accessibili.
  • Maniglioni e corrimano in bagni e corridoi.
  • Carrozzine manuali ed elettriche.
  • Postazioni regolabili, come tavoli e cucine adattate.

Disabilità cognitive e dell’apprendimento

Sono spesso le più invisibili, perché non si notano a occhio nudo.

Eppure impattano moltissimo sull’uso del digitale. Pensiamo a persone con dislessia, disturbi dell’attenzione, autismo, difficoltà di memoria o di comprensione dei testi.

Le tecnologie utili includono:

  • Testi semplificati, con linguaggio chiaro e lineare.
  • Strumenti di lettura facilitata (es. Immersive Reader di Microsoft).
  • Dizionari integrati e strumenti di traduzione rapida.
  • App di focus che aiutano a ridurre le distrazioni.

È importante dire che i font ad alta leggibilità non servono solo a chi ha dislessia, ma spesso migliorano la comprensione di tutti, così come le interfacce più pulite e ordinate.

Anche il design degli spazi fisici può aiutare con soluzioni come:

  • Segnaletica semplificata con icone chiare e intuitive.
  • Mappe visive e pittogrammi per orientarsi meglio.
  • Orologi e timer visivi per scandire le attività.
  • Semafori pedagogici usati nelle scuole (verde/rosso) per regolare i comportamenti.
  • Dispositivi di supporto alla memoria, come agende elettroniche o reminder visivi.

Conclusione

Come abbiamo visto, l’accessibilità non riguarda soltanto il mondo digitale né solo il mondo fisico: i due ambiti si intrecciano costantemente per garantire pari opportunità a tutti.

Che si tratti di uno screen reader che legge una pagina web o di un semaforo che suona in città, l’obiettivo è lo stesso: permettere a ciascuno di vivere con autonomia, senza ostacoli né barriere.

Pubblicato da Antonio Orrù il 2025-09-02