Le barriere invisibili: un’intervista a chi utilizza l’accessibilità nella vita di tutti i giorni.

In quest’ultimo periodo parliamo e sentiamo parlare spesso di accessibilità, sia sui vari social, in modo particolare LinkedIn ed Instagram ma anche in ambiente lavorativo visti gli imminenti obblighi normativi in ingresso.
Purtroppo ho notato che a parlare sono quasi sempre esperti ed istituzioni e quasi mai i reali utilizzatori degli strumenti assistivi che hanno bisogno quotidianamente di un mondo accessibile per venire incontro alle loro esigenze.
Per la prima volta ho deciso di portare un ospite sul mio blog, una persona che tutti i giorni utilizza l’accessibilità per usufruire del mondo digitale, mio fratello Mauro.
Partiamo subito con le presentazioni:
Ciao a tutti, mi chiamo Mauro Orrù, sono un dottore laureato in giurisprudenza nel 2024 con una votazione di 101/110 presso l’Università degli Studi di Cagliari, attualmente sono inoccupato in attesa di un tirocinio.
Sono affetto da sindrome di Wolfram, una malattia rara che attualmente conta sui 5000 casi al mondo.
Questa patologia comprende tra le altre complicazioni la perdita dell’udito e della vista, infatti quotidianamente utilizzo delle protesi acustiche e vedo a malapena delle ombre.
Quali sono gli ostacoli che incontri quotidianamente con il mondo digitale?
Sicuramente il fatto che buona parte dei siti non sono accessibili a tutte le tipologie di utenti, essendo costretto ad utilizzare dei sintetizzatori vocali per leggere le informazioni e il VoiceOver per comandare il telefono, sono costretto ad avere tecnologie sempre nuove ed aggiornate che comportano dei costi.
Purtroppo molte persone più sfortunate di me non possono acquistarle e vengono escluse dalla fruizione di servizi digitali e non.
Ci hai parlato del fatto che hai di recente conseguito una laurea, parte della quale sostenuta in periodo di pandemia, quindi in teledidattica, in che modo gli strumenti accessibili ti hanno permesso di portare avanti il tuo percorso?
Sì, durante la pandemia ho visto il mio modo di studiare e di approcciarmi alle lezioni completamente stravolto.
Fino a prima della pandemia frequentavo in presenza, con l’aiuto di un prendi appunti che mi trascriveva sul mio tablet i punti salienti delle lezioni che io ascoltavo con l’aiuto delle protesi acustiche.
Poi in biblioteca studiavo con l’aiuto di uno studente (chiamato aiuto studio) assegnatomi dalla facoltà che mi aiutava leggendomi gli appunti e facendomi ripetere ad alta voce quanto appreso.Il periodo trascorso in teledidattica non è stato facile e gli strumenti accessibili mi hanno permesso di partecipare alle lezioni collegandomi ai portali tramite l’uso di un PC, incontrando alcune difficoltà dovute al fatto che i portali non erano ottimizzati per essere navigati con tastiera.
Fruivo delle lezioni con Microsoft Teams e avevo sempre con me in aula “virtuale” un prendi appunti che si occupava di trascrivere e convertire in PDF gli appunti, che poi andavo a studiare con l’uso dello screen reader.
L’aiuto studio che prima incontravo in presenza durante questo periodo lo sentivo tramite Teams.
Io comunicavo con colleghi e professori tramite le mie protesi acustiche che erano connesse al PC come se fossero dei normali auricolari bluetooth.Un’altra difficoltà che ho incontrato è stata sicuramente la linea internet non velocissima e sovraccarica di quel periodo; oltre alle chiamate che spesso venivano interrotte, ho notato anche una lentezza di caricamento dei siti.
Quali sono gli ausili assistivi che utilizzi più spesso durante la tua giornata? Ad esempio screen reader, text-zoom e soprattutto quali ti senti di consigliare a persone che hanno le tue stesse esigenze?
Io quotidianamente utilizzo gli screen reader, che mi permettono una lettura scorrevole dei vari testi.
Sul PC Windows utilizzo il programma NVDA, per navigare utilizzo solamente la tastiera e non il mouse.Mentre sull’iPhone per tutte le varie esigenze quotidiane (dal mandare una mail al fare una chiamata) utilizzo l’assistente vocale SIRI.
Un altro strumento fondamentale per chi ha problemi di udito come me sono sicuramente le protesi acustiche di nuova generazione che tramite bluetooth si connettono a PC e smartphone, consentendomi di usarle come se fossero dei normali auricolari.
Pensi che senza l’aiuto degli strumenti assistivi appena menzionati saresti riuscito alla stessa maniera ad affrontare questo percorso?
Sicuramente non avrei potuto affrontare questo percorso, o quantomeno non avrei potuto affrontarlo in modo agevole e con queste tempistiche.
Ad oggi, a distanza di 7 anni da quando il tuo percorso ha avuto inizio, le tecnologie sono migliorate? E se sì, in che modo?
Sì, penso che le tecnologie siano migliorate.
La tecnologia è in continua evoluzione e le apparecchiature a disposizione sono sempre più sofisticate.
Anche nei siti e nelle applicazioni ho notato un notevole miglioramento dal punto di vista dell’integrazione con gli ausili che utilizzo quotidianamente e dell'usabilità (sopratutto da tastiera).
Un’ultima domanda: cosa pensi si possa migliorare? Hai qualche suggerimento da dare a chi quotidianamente lavora per rendere il mondo più accessibile?
Sicuramente in ambito lavorativo ci sarebbe da migliorare l’inclusione, rendere disponibili più tirocini e posizioni per le persone che come me hanno delle forme di disabilità.
Purtroppo si hanno molte difficoltà nell’essere inclusi nel mondo del lavoro e avere la possibilità di rendersi utili e di conseguenza percepire un reddito da lavoro.In ambito digitale sicuramente mi sento di consigliare il continuo miglioramento dei siti web e delle applicazioni, rendendo disponibili più testi.
In rete si trovano molti documenti che non sono leggibili da screen reader e molti siti non descrivono bene le immagini oppure non si riescono a navigare dalla tastiera.
Conclusioni
Ringrazio Mauro per averci messo a disposizione il suo tempo e aver condiviso con noi le sue esperienze.
Questo confronto è stato molto utile per me e spero che sia utile a chi come me lavora in questo settore per capire quanto è importante concentrarsi su ogni singolo aspetto dell’accessibilità e progettare soluzioni inclusive a 360 gradi.